Intervista a Marina Brondino

Per conoscere meglio il lavoro che si sta svolgendo sull'archivio di Bianca Guidetti Serra e scoprire documenti e materiali contenuti, abbiamo intervistato Marina Brondino, archivista che si occupa del riordino dell'archivio.
Ecco le sue parole sui documenti presenti nell'archivio e sul lavoro che sta svolgendo.

Quale è il valore dell’archivio di Bianca Guidetti Serra?
Inestimabile, gli archivi personali sono per loro natura unici quanto è unica e significativa l’esperienza di vita di chi li ha prodotti. Le carte, le fotografie e i diversi oggetti che costituiscono l’archivio di Bianca Guidetti Serra raccontano la complessità di una vita di impegno politico e sociale che si è espresso in scelte personali e professionali sempre ispirate a ideali di giustizia e di umanità, una vita che ha continuamente incrociato fatti storici cruciali. Lavorando al suo archivio posso dire che al valore di contenuto dei documenti che saranno una fonte di informazioni per studiare temi e ricostruire fatti, piccole e grandi vicende, si affianca il valore di testimonianza del suo modo di stare al mondo con curiosità e desiderio di conoscere, con empatia e ascolto degli altri, senza pregiudizi.

Come sta procedendo il lavoro?
In questa fase si sta procedendo al lavoro di schedatura, cioè si descrivono i documenti con l’obiettivo di realizzare uno strumento utile a chi vorrà consultare l’archivio. È un lavoro che, data la consistenza e complessità della documentazione, richiede tempi lunghi e che ha subìto molti fermi e arresti per la difficoltà di reperire le risorse necessarie. In questo momento mi sto occupando dei documenti raccolti e prodotti da Bianca nell’ultima parte della sua vita, studi e ricerche su argomenti che le stavano molto a cuore e su cui ha lavorato in maniera costante, le donne e la Resistenza. Documenti che sono stati oggetto di lavorazione tra la fine degli anni Novanta e gli anni 2000, quindi riflettono il fisiologico disordine del lavoro incompiuto, rendendo complicato il compito di descriverli e disporli in un ordine che ne faciliti la comprensione e ne permetta la consultazione.

Quali sono i documenti che hanno attirato maggiormente la tua attenzione fin da ora?

Da archivista non mi sento di poter rispondere, direi che tutti hanno suscitato e ricevuto la stessa attenzione. Inoltre, questo archivio conserva documenti che trattano di temi così rilevanti nella vita di ciascuno di noi, così vivi e attuali da rendere davvero impossibile non sentirsi attratti da tutto.

Quali sono le storie raccontate dai materiali?
Anche se non ho ancora terminato il lavoro posso facilmente affermare che le storie raccontate da questo archivio sono innumerevoli, così come i fili da seguire e i temi trattati. A questo si aggiunga che ogni singolo documento può essere letto in tanti modi diversi, per la forma e per i contenuti. Occorre dire che una cospicua parte di questo archivio non sarà consultabile per molti anni ancora a causa della sensibilità dei dati contenuti. Storie dolorose che richiedono il massimo del rispetto e della cautela. L’archivio racconta storie di momenti difficili o cruciali non solo per singole persone ma per la nostra società nel suo complesso. La guerra e la liberazione, il dopoguerra e le conquiste dei diritti, il ’68, gli anni di piombo. Racconta di questioni e temi fondamentali come la giustizia e il trattamento di chi ha contratto un debito con la società, la salute e le condizioni del lavoro, le fragilità dell’infanzia, il diritto delle donne a pari opportunità e a una vita libera da violenze. E tanto tanto altro.

Centro studi Piero Gobetti

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