Il senso della diseguaglianza

di Alessandro Bollo


Alla domanda: “Che cosa possiamo/dobbiamo fare di fronte a un nemico che muta e cambia in continuazione come se volesse spiazzarci, dirci tutta la nostra impotenza?”, Pietro Polito risponde: “Vivere in modo vigile. Informandoci, stando attenti a noi stessi e agli altri, rispettando le regole più elementari della convivenza civile, avendo cura dell’ambiente che è la nostra casa, impegnandoci perché la somma delle nostre paure non sia un ritorno a come eravamo”. Sottoscrivo ma mi domando e domando: “Siamo sicuri che sia sufficiente e sia abbastanza?”. Il futuro che ci attende sarà caratterizzato da gradienti di diseguaglianza raramente sperimentati in passato, nuove disparità si aggiungeranno a quelle vecchie e soprattutto, come avviene spesso a seguito delle grandi catastrofi naturali e non (radiazioni nucleari, conflitti, epidemie, terremoti, alluvioni e altri disastri legati al cambiamento climatico), saremo obbligati a considerare il senso della diseguaglianza non solo come differenza nelle opportunità di accesso alle “cose buone” (istruzione, reddito, potere, conoscenza, benessere, etc.) ma anche come iniqua sperequazione (spesso invisibile e silenziosa) nel subire quelle “cattive” (rifiuti e scorie, vaccini meno efficaci, desertificazione e spopolamento di territori già deprivati, alluvioni “razziste” come nel caso di New Orleans e si potrebbe andare avanti con gli esempi). In un contesto sociale sempre più fratturato mi chiedo – e su questo mi piacerebbe ascoltare le opinioni di tutti coloro che partecipano a questa discussione – se per paradosso questo comportamento non rischi di allontanarci ancora di più dai tanti che non dispongono degli strumenti per trasformare l’informazione in consapevolezza, che sono sopraffatti dal mancato rispetto altrui delle regole civili e per cui la cura dell’ambiente diventa il simbolo del privilegio di chi sta sul bordo meno declinante dell’abisso. Come giustamente ricorda Polito occorre disincagliare la nave e invertire la rotta, possibilmente portando a bordo quanta più gente possibile.

Centro studi Piero Gobetti

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