Il 23 luglio è morto a Roma Nicola Tranfaglia, uno dei maggiori storici italiani dell’età contemporanea. Era nato nel 1938 a Napoli, dove si laureò in Giurisprudenza nel 1961. Nella seconda metà degli anni Sessanta si trasferì a Torino, dapprima come ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi, quindi come professore universitario alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Nell’Ateneo torinese ha lavorato sino al 2006, contribuendo in maniera determinante a creare e poi a consolidare gli insegnamenti di Storia contemporanea; negli anni Ottanta, inoltre, fu tra i promotori di un dottorato di ricerca dedicato ai temi della contemporaneità, in cui si sono formate (grazie anche alla sua passione per il “mestiere dello storico”) decine di studiosi e di studiose a livello nazionale.
Nei suoi studi si è occupato di vari aspetti della storia italiana dall’ultima fase dell’età liberale all’età repubblicana, spaziando dal fascismo e dall’antifascismo (la sua prima monografia fu Carlo Rosselli dall’interventismo a Giustizia e Libertà, uscita nel 1968 per Laterza) alla storia del giornalismo e della mafia. Ha diretto inoltre importanti progetti editoriali, tra cui Il mondo contemporaneo, un’opera collettiva in 19 volumi realizzata tra il 1978 e il 1983 per l’editrice La Nuova Italia. All’attività di studioso e di docente ha costantemente accompagnato l’impegno giornalistico, come collaboratore di varie testate nazionali, e l’interesse alla vita pubblica, entrambi declinati nell’ottica di una cultura politica di matrice antifascista e liberalsocialista.
Per il Centro studi Tranfaglia è stato un amico, sin dai suoi primi anni torinesi, quando dirigeva il periodico «Resistenza Giustizia e Libertà» e per questo tramite entrò in rapporto con gli ambienti della cultura antifascista locale. Un amico sempre disposto al confronto e al dialogo, prodigo di suggerimenti, legato da rapporti profondi di stima e di cordialità con gran parte dei nostri “padri fondatori”, a iniziare dal suo maestro Alessandro Galante Garrone.
Il Presidente Marco Revelli, la Vice-presidente Dora Marucco, il Consiglio direttivo, il Direttore Pietro Polito e tutti i collaboratori del Centro si uniscono quindi sentitamente al cordoglio della famiglia e della comunità scientifica.
[Foto: Corriere della Sera]