Certo, è difficile celebrare il 25 aprile rinunciando a riunirci tutti insieme nelle piazze e nelle strade per ricordare e cantare la libertà riconquistata. Vi proponiamo, quindi, la lettura dell'articolo La Resistenza, i genitori e i figli, scritto per il ventennale della Resistenza da Ada Prospero Marchesini Gobetti e pubblicato sul suo “Giornale dei genitori”.
La carica rinnovatrice di cui scrive Ada è la stessa nella quale tanti e tante oggi sperano quando si dice che il coronavirus, con tutto ciò che ne consegue, porterà in noi, nel nostro modo di vivere e nella nostra società un grande e profondo cambiamento. Ma anche la malinconia, la delusione e l’amarezza sono le stesse, perché questo virus è stato un po’ la cartina di tornasole delle tante mancanze della nostra Italia: un paese che quella libertà riconquistata non ha saputo conservarla, preservarla; una libertà che non è banalmente riducibile alla possibilità di uscire di casa, di vedere e abbracciare amici e parenti, di fare jogging nel parco, ma consiste nel poter ricevere un’informazione aderente alla verità sulla base della quale formarsi un’opinione propria, vedere garantita un’equità tra tutti i cittadini e tutte le cittadine, abitare un mondo tutelato e rispettato sotto ogni punto di vista, contare sul rispetto dei diritti di ogni essere umano, confidare in una politica che abbandoni gli interessi personali per un effettivo interesse comune. La libertà non l’abbiamo persa solo adesso a causa del coronavirus…
Come riconquistarla? Credo che la strada da percorrere ce la indichi Ada quando scrive di «generoso unirsi agli altri nel “resistere” e nell’agire». Dovremmo far sì che questa fase storica possa davvero diventare «quel momento di libertà e disponibilità rivoluzionaria» su cui costruire le basi solide di una «coscienza rinnovata da ogni azione, creatrice a sua volta di più approfondita coscienza; […] «vita» nel senso intero della parola».
E per riuscirci dobbiamo rivolgerci con fiducia ai giovani, come faceva Ada che dei ragazzi e delle ragazze aveva grande stima e considerazione: «Li sentiamo pronti a combattere per l’avvento d’un mondo in cui, abbattute le barriere di classe e i miti che ne derivano, tutti possano diventare protagonisti e artefici della propria vita». Ricordiamo che, prima della pandemia, in molte occasioni abbiamo visto masse di numerosissimi giovani scendere in piazza per lottare in favore di un mondo migliore, difendendo importanti ideali e princìpi: la salvaguardia dell’ambiente con i Fridays for future promossi da Greta Thunberg, la legalità in occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie dell’associazione Libera, la pari opportunità e la lotta contro la violenza di genere nelle iniziative organizzate da Non una di meno, l’antifascismo e la lotta alla discriminazione razziale del movimento delle Sardine, solo per citarne alcune. È evidente che tra le ragazze e i ragazzi del nostro paese stia prendendo forma quella coscienza di cui scrive Ada, presupposto necessario per l’effettiva realizzazione di un cambiamento, e spetta a noi, genitori, educatori, adulti, sostenerli, alimentare il loro entusiasmo, unirci a loro «in uno sforzo comune per meglio comprendere e interpretare la storia di ieri e di oggi».