Chiave di lettura - 25 Aprile (II)
Cosa meglio di una lunga quarantena per ridurre la lista d'attesa delle letture? Consoliamoci anche cosi...
Una piacevole sorpresa è stata questo libro del giovane storico Eric Gobetti (non relazione con la famiglia storica) che da anni investiga sulla tragica saga dei soldati italiani di stanza in Montenegro che si unirono (più o meno convinti) alla Resistenza jugoslava. Un episodio di storia mantenuto nell'oscurità per opportunità politiche di tutte le parti: da destra perchè non sia mai che dei soldati italiani abbiano collaborato con "i comunisti" contro i propri connazionali (in camicia nera); da sinistra perchè non stava bene celebrare quel connubio con i titini in un dopoguerra già travagliato dai mille problemi della riconciliazione nazionale a cui non era il caso di aggiungere le polemiche sul confronto tra Tito e l'Unione Sovietica. Un argomento scomodo per il Pci che già aveva i suoi grattacapi a digerire la risoluzione dei trattati di pace con la Jugoslavia, l'esodo degli italiani e i gravi episodi di contorno alla liberazione di Istria e Dalmazia. Meglio voltarsi dall'altra parte e non sfrucugliare. Un atteggiamento che spalancava la strada alla strumentalizzazione in chiave nazionalistica delle destre e al revisionismo storico della stessa sinistra, un sodalizio di interessi che porta direttamente all'istituzione del Giorno del Ricordo nel 2004 per un vergognoso scambio di piaceri con Il Giorno della Memoria.
Il libro di Gobetti, oltre a raccontare le peripezie, le sofferenze estreme, i tormenti identitari di quei nostri soldati che, per motivi contingenti di comando e di comunicazione con la madrepatria dilaniata e confusa del dopo Armistizio, per una diffidenza inevitabile dopo le atrocità dell'occupazione italiana (in particolare da parte degli alpini della Taurinense), e malgrado l'impegno in combattimento non godettero mai appieno della fiducia dei partigiani jugoslavi, mette una cosa in chiaro: grazie a quei 20.000 soldati in Jugoslavia (e alle migliaia di altri che aderirono alla resistenza anche in Grecia e Albania), la guerra di Liberazione jugoslava non fu tanto una guerra di "comunisti contro italiani" quanto un significativo episodio di apporto internazionalista alla guerra europea contro il nazifascismo. Scopriamo i nomi di alcune unità di cui niente sapevamo: il Battaglione Gramsci in Albania, la Divisione Italia (poi Garibaldi) in Jugoslavia, "vere e proprie unità partigiane".
Il racconto si sviluppa proprio a partire dall'armistizio che coglie di sorpresa tutti i 600.000 italiani dell'armata di occupazione nei Balcani e dalle conseguenze del disorientamento: almeno 400.000 furono quelli che, arresisi, furono deportati e migliaia i fucilati dai tedeschi, tanti altri gli imboscati e sbandati, diverse migliaia quelli passati definitivamente con il nuovo nemico, tanti morti nei primi sporadici ma violenti scontri con tedeschi e cetnici. Poi arrivano le vere battaglie, il terribile inverno, la paura, le malattie, un'odissea di sofferenze che segnano la maturazione umana e politica di quei ragazzi, il ritorno in Italia favorito dalle missioni di collegamento dei membri comunisti del Cln, ancora la quarantena e finalmente le lacrime di sollievo e di gioia nel ritrovare le proprie famiglie, il ritorno a una vita "normale", contadina e operaia, nel dopoguerra. Riconoscimenti in patria, zero. Anzi dei lunghi debriefing individuali quasi a cercare appigli per la delegittimazione, poi l'oblio. Solo nel 1983 in località Pljevja viene dedicato un monumento ai caduti italiani in presenza di Pertini e solo nel 2015 è inaugurato ad Asti un piccolo museo della Divisione Garibaldi.
Se già Raimondo Luraghi nella prefazione al suo Resistenza. Album della Guerra di Liberazione (Rizzoli,1995) ricordava il ruolo dei soldati italiani nella Resistenza, oggi Eric Gobetti va più a fondo e non trascura il fattore umano. Ma allo stesso tempo fornisce ampi argomenti a chi si impegna a demolire la retorica nazionalista e la strumentalizzazione neofascista della storia. Nei mesi scorsi Gobetti ha tenuto incontri informativi affollatissimi in tutta Italia tacciato di revisionismo storico proprio da Casa Pound, Forza Nuova e simili figuri. In realtà, con il suo lavoro, Gobetti non fa altro che documentare la verità storica, sola materia su cui ogni commento è lecito. (F.S. 17.4.2020)
Raccomando anche l'altro lavoro di Eric Gobetti sulla fase precedente l' 8 Settembre, Alleati del nemico. L'occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943), Laterza 2013.