Quarant'anni fa il Sessantotto - Glossario M-P
             
[ m n o p ]
Manifesto delle 2000 parole  
Titolo di un documento pubblicato dalla stampa cecoslovacca, redatto da Ludvik Vaculik e poi sottoscritto da numerosissimi esponenti della cultura, dell'arte e dello sport. In esso si auspicava l'accelerazione dei processi di rinnovamento e di democratizzazione, avviati nella “primavera di Praga”. Il documento suscitò reazioni contrastanti, favorevoli in alcuni settori dell'opinione pubblica e dei movimenti intellettuali, ma molto critiche da parte delle organizzazioni ufficiali del partito e del governo, che – seppure impegnate in senso riformatore – lo giudicarono «politicamente irresponsabile».

Marcia dei poveri
(propriamente Poor People's Campaign )

 

Progetto di iniziativa popolare, ideata nel 1968 da Martin Luther King e da altri esponenti pacifisti del movimento per i diritti civili dei neri americani, sulla scorta di esperienze precedenti che avevano avuto un notevole successo sul piano politico (in particolare la marcia da Selma a Montgomery, in Alabama, del marzo 1965). Si trattava di organizzare una massa di persone, neri e bianchi insieme, che si muovesse attraverso più Stati con ogni mezzo disponibile per raggiungere la capitale Washington e presentare al governo una serie di richieste volte a combattere la povertà e le diseguaglianze sociali, senza distinzioni di razza. Il progetto, che rispondeva anche all'esigenza di contrastare i gruppi più radicali del movimento attraverso una strategia di tipo nonviolento, fu poi realizzato sotto la guida del successore di King alla direzione della Southern Christian Leadership Conference, il reverendo Ralph Abernathy, con esiti per la verità alquanto diversi da quelli sperati (cfr. alla voce Resurrection City). Cionondimeno alla “marcia dei poveri” viene oggi riconosciuto il merito di aver contribuito a dare un più marcato contenuto sociale al movimento per i diritti civili.

Movimento 22 marzo
Gruppo politico studentesco formatosi nella sede universitaria parigina di Nanterre, di orientamento anarchico e libertario. Il nome traeva origine dalla data in cui, nottetempo, gli studenti avevano invaso gli uffici amministrativi dell'università rivendicando il diritto di tenere riunioni politiche nella facoltà.

Newton, Huey  

(Monroe, Louisiana, 17 febbraio 1942 – Oakland, 22 agosto 1989), attivista e dirigente del Black Panther Party. Figlio di un ministro della Chiesa Battista, si trasferì con la famiglia a Oakland all'età di tre anni. Da ragazzo ebbe grosse difficoltà scolastiche e in pratica fu un autodidatta. Iscritto al City College, si orientò verso un marxismo di matrice terzomondista e aderì alla Afro-American Association. Nel 1966 prese parte alla fondazione del BPP insieme all'amico Bobby Seale. Nell'organizzazione assunse la carica di Ministro della Difesa e teorizzò il diritto dei neri di portare armi da fuoco per difendersi dalla prepotenza e dagli abusi della polizia. Ebbe inoltre un ruolo importante nell'elaborare programmi di assistenza per i bambini dei quartieri poveri.
Accusato di aver ucciso un poliziotto durante un conflitto a fuoco, il 28 ottobre 1967, nel corso del quale rimase anch'egli seriamente ferito, fu protagonista di una vicenda processuale che suscitò grande clamore e diede vita a numerose manifestazioni di protesta in suo favore. Condannato in un primo momento a una pena variabile dai 2 ai 15 anni di prigione, nel 1970 beneficiò di una sentenza della Corte d'Appello della California, che ordinava un nuovo processo, e poco più tardi dell'archiviazione del caso. Durante il periodo della sua detenzione, il Black Panther Party iniziò a perdere larga parte della sua influenza nelle comunità afroamericane, a causa tanto della dura repressione da parte del Federal Bureau of Investigation, quanto dei fenomeni di disgregazione sociale dovuti soprattutto all'uso delle droghe pesanti. A proposito di quest'ultimo fenomeno vi furono polemiche durissime all'interno delle stesse Pantere Nere, convinte che la diffusione degli stupefacenti fosse il frutto di un'operazione studiata a tavolino dal FBI e supportata da una parte dell'organizzazione. Pesanti accuse furono rivolte anche a Newton, la cui scarcerazione – secondo alcuni – era dovuta proprio a un accordo in questo senso con il FBI. I sospetti però non furono mai provati ed è probabile che si trattasse, in realtà, di un'abile manovra dell'agenzia federale per dividere e mettere gli uni contro gli altri i dirigenti del BPP (come in effetti avvenne tra Newton e Bobby Seale).
Nel 1974 gli vennero nuovamente mosse pesantissime accuse penali, tra cui l'omicidio di una prostituta di 17 anni, e decise quindi di fuggire a Cuba. Nel 1977 fece ritorno negli Stati Uniti e affrontò il processo, uscendone prosciolto. Alcuni anni più tardi, tuttavia, fu coinvolto in una nuova vicenda giudiziaria, per la presunta appropriazione di fondi federali destinati ai programmi di assistenza sociale: fondi che Newton avrebbe usato per acquistare droga, di cui faceva uso personale. Condannato nel 1989, lo stesso anno venne ucciso a colpi di pistola da uno spacciatore di droga.

Notstandgesetze
(Leggi d'emergenza)
 
Modifica legislativa alla costituzione della Repubblica Federale Tedesca (la Legge fondamentale, Grundgesetz), approvata nel 1968 dal parlamento per dare modo allo Stato di gestire eventuali situazioni di emergenza nazionale (aggressioni militari esterne, catastrofi naturali, eventi imprevedibili anche legati a conflitti interni di carattere sociale e politico). Si trattava di una richiesta avanzata dagli Alleati fin dal termine della seconda guerra mondiale, al fine di garantire la sicurezza delle proprie truppe stanziate sul territorio della Germania occidentale, ma che i contrasti tra le forze politiche avevano sino ad allora impedito di soddisfare. Garantita dall'ampia maggioranza parlamentare, che si era costituita nel 1966 con la Grosse Koalition tra Unione Cristiano Democratica e Partito Socialdemocratico, l'approvazione delle leggi (avvenuta il 30 maggio) suscitò fortissime polemiche, in particolare sul punto che prevedeva la possibilità – in caso di emergenza nazionale – di limitare i diritti civili garantiti dalla costituzione. Malgrado l'ampia diffusione nel paese delle proteste, che coinvolgevano il movimento studentesco, settori delle organizzazioni sindacali e gruppi di intellettuali, in parlamento le leggi passarono con la sola opposizione della Freie Democratische Partei (Partito Liberale Democratico) e di 54 deputati della maggioranza. Per rispondere in parte alle proteste, il parlamento adottò contestualmente alle Leggi d'emergenza un'altra modifica alla costituzione, che introduceva il “diritto di resistenza” dei cittadini contro ogni tentativo di stravolgere l'ordine democratico.

Panagoulis Alexandros  

(Glyfada, 2 luglio 1939 – 1 maggio 1976). Detto anche Alekos. Scrittore e uomo politico greco. Aderente fin dall’adolescenza a organizzazioni politiche di matrice democratica, si laureò in ingegneria al Politecnico di Atene e si arruolò come ufficiale nell’esercito. In seguito al colpo di Stato militare dei colonnelli dell’aprile 1967, tuttavia, disertò e si rifugiò a Cipro, costituendo un’organizzazione clandestina chiamata «Resistenza greca». Arrestato nell’agosto del 1968 per un fallito attentato alla vita del dittatore Papadopoulos, venne condannato a morte, ma l’esecuzione (fissata per il mese di novembre dello stesso anno) fu sospesa a causa delle forti pressioni dell’opinione pubblica internazionale. Dopo essere riuscito a evadere nel giugno del 1969, venne sottoposto a un regime di isolamento strettissimo, che non gli impedì comunque di tentare ancora più volte la fuga e di sfidare ripetutamente i suoi carcerieri. Divenuto così un simbolo della resistenza alla dittatura, noto a livello internazionale anche per le poesie scritte in prigione, nell’agosto del 1973 venne liberato e poco dopo si legò sentimentalmente alla giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, che aveva seguito con passione il suo caso, e per un certo periodo si trasferì quindi a vivere a Firenze.

Nel 1974, in seguito alle dimissioni della giunta militare e all’indizione di libere elezioni, accettò la candidatura in una lista democratica di centro e venne eletto deputato. Avendo scelto di dedicarsi senza compromessi all’epurazione della nuova Grecia democratica da tutti gli elementi, che avevano collaborato con il regime militare, entrò ben presto in forte contrasto con il sistema dei partiti e rimase in parlamento come indipendente, lanciando accuse pesantissime contro personaggi in vista dello stesso governo. Proprio mentre era impegnato in una campagna di stampa su questi temi, morì in un misterioso incidente d’auto, dietro al quale – secondo un’opinione largamente diffusa all’epoca, grazie soprattutto agli scritti di Oriana Fallaci – vi sarebbero stati i servizi segreti dell’esercito.

Powell, Enoch  

(Stechford, Birmingham, 16 giugno 1912 – Londra, 8 febbraio 1998). Uomo politico britannico, deputato al parlamento per il Partito conservatore tra il 1950 e il 1974, e per il Partito Unionista dell'Ulster dal 1974 al 1987. Nel periodo precedente la seconda guerra mondiale si dedicò agli studi classici, fu professore di greco antico e pubblicò alcune raccolte di poesie, manifestando sul piano politico un forte attaccamento agli ideali dell'impero e al ruolo egemonico della Gran Bretagna sulla scena mondiale (ragione per cui condannò severamente l'arrendevolezza del governo verso l'espansionismo hitleriano). Dopo aver prestato servizio in guerra come ufficiale, passò alla politica attiva, schierandosi all'opposizione dei governi laburisti e bollando come un tradimento degli interessi nazionali il disimpegno dalle colonie.
La sua notorietà è legata soprattutto a un discorso tenuto in pubblico a Birmingham il 20 aprile 1968 (The “Rivers of Blood” speech) e rivolto contro la politica governativa sull'immigrazione, in particolare contro il Race Relations Act , che sanzionava gli atteggiamenti razzisti nella vita pubblica. Secondo Powell, l'immigrazione in massa di persone appartenenti a culture diverse da quella britannica avrebbe provocato nel paese “fiumi di sangue” (espressione ripresa da un passo di Virgilio).
Estromesso dal “governo ombra” conservatore a causa di quel discorso, divenne però il principale punto di riferimento dei settori della società britannica più ostili all'immigrazione, riscuotendo tra l'altro l'appoggio di consistenti gruppi di lavoratori, che protestarono in suo favore e presentarono una petizione in cui lo si indicava come vittima di una discriminazione che violava la libertà di parola. Attaccato con forza dalla stampa liberale e laburista, si vantò sempre di godere dell'appoggio della maggioranza dei “veri” inglesi.
Negli anni successivi si dedicò attivamente alla difesa degli interessi britannici nell'Irlanda del Nord, ma non ebbe più un ruolo di primissimo piano nella vita politica.

Primavera di Praga  

Termine con il quale venne indicato il moto di rinnovamento vissuto in Cecoslovacchia nei primi mesi del 1968, tanto all'interno del Partito comunista (con l'affermazione della leadership di Alexander Dubcek), quanto nella società. Fu un periodo di grande e generale effervescenza, che nelle fabbriche più importanti – ad esempio – vide la formazione di consigli operai e di comitati per l'autogestione, slegati dal controllo della burocrazia sindacale. Un ruolo di spicco ebbero inoltre le agitazioni studentesche nelle università e le manifestazioni contro la guerra in Vietnam, molto simili a quelle in atto nei paesi dell'Europa occidentale, così come il rifiorire della cultura indipendente e delle istanze di democratizzazione tra intellettuali, artisti, esponenti del mondo dello sport (la cui manifestazione più clamorosa fu la diffusione del cosiddetto “manifesto delle 2000 parole”). Dopo aver sollevato molte speranze e molte aspettative nella possibilità di un rinnovamento radicale ma pacifico delle società socialiste, che mettesse capo a un “socialismo dal volto umano”, questo moto venne stroncato dall'intervento delle truppe del Patto di Varsavia, verificatosi alla fine di agosto.

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