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Quarant'anni fa il Sessantotto - Glossario Q-T |
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Resurrection City | Nome convenzionale dato all'insediamento dei manifestanti confluiti a Washington D.C. con la “marcia dei poveri”. Per circa sei settimane, tra maggio e giugno del 1968, una parte dei manifestanti (circa 3.000, secondo le stime più attendibili) si accampò in tende e altre sistemazioni di fortuna, in condizioni di grande precarietà igienica (anche per via della pioggia prolungata e del freddo, insolito per quella stagione) e sul piano dell'ordine pubblico (malgrado la presenza di un servizio d'ordine). Ben presto, inoltre, iniziarono a manifestarsi alcuni contrasti tra gli organizzatori in merito alla gestione dell'iniziativa e ai suoi sbocchi politici; accuse di ipocrisia vennero rivolte al reverendo Abernathy per il fatto di alloggiare in un albergo della città, anziché a Resurrection City. Gli eventi precipitarono dopo lo svolgimento del cosiddetto “Solidarity Day” del 19 giugno, che fu l'ultima manifestazione di massa della Poor People's Campaign . L'accampamento dei manifestanti fu assaltato e distrutto dalla polizia, circa un centinaio di persone (tra cui il reverendo Abernathy e altri organizzatori) venne tratto in arresto e in città fu imposto il coprifuoco. Sul piano politico, comunque, l'iniziativa di creare Resurrection City fu considerata sostanzialmente un fallimento, o quanto meno un passo falso rispetto agli obiettivi della “marcia dei poveri”, che avrebbe definitivamente compromesso – secondo alcuni – l'influenza della Southern Christian Leadership Conference e degli altri gruppi religiosi e pacifisti all'interno del movimento dei neri. |
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Rivoluzione culturale cinese |
Nome attribuito alla massiccia mobilitazione dei giovani cinesi (in particolare degli studenti universitari), promossa dal presidente Mao Zedong alla metà degli anni Sessanta in polemica con una parte della dirigenza del Partito Comunista Cinese. Le masse giovanili furono chiamate a protestare e a battersi (in forme anche violente) contro quelle strutture politiche e quegli apparati amministrativi del partito e dello Stato, che secondo Mao e altri dirigenti stavano realizzando un modello sociale burocratico e parassitario. Dopo aver sconvolto profondamente la vita del paese, in particolare con l'indiscriminata messa sotto accusa degli appartenenti ad alcuni gruppi sociali (professionisti, insegnanti, intellettuali in genere), a partire dall'estate del 1967 la rivoluzione culturale fu fatta rientrare nei ranghi dallo stesso Mao, il quale dovette accettare le pressioni di una parte dell'esercito e del partito per il ritorno all'ordine. Negli anni successivi (e soprattutto dopo la morte di Mao, avvenuta nel 1976) diversi gruppi giovanili e alcune componenti del partito e dei sindacati, ritenute responsabili degli eccessi della rivoluzione, furono repressi molto duramente, attraverso arresti, processi e condanne (in qualche caso anche alla pena di morte). |
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SDS |
Federazione Tedesca degli Studenti Socialisti. Organizzazione studentesca, originariamente legata al Partito Socialdemocratico tedesco (SPD), da cui si era staccata in seguito alle violente polemiche suscitate dalla cosiddetta “svolta di Bad Godesberg” del 1958, cioè dalla scelta del partito di abbandonare la prospettiva del superamento del sistema capitalistico.
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SNCC Student Non-violent Coordinating Committee |
Comitato nonviolento di coordinamento degli studenti. Una delle principali organizzazioni statunitensi sorte all'inizio degli anni sessanta nell'ambito del movimento per i diritti civili dei neri. Verso la fine del decennio era passata su posizioni più radicali e aveva avuto un ruolo fondamentale nella nascita del movimento del Black Power. |
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Springer |
Grande gruppo editoriale tedesco, fondato nel 1946 e diretto da Axel Springer (1912-1985). Titolare tra l’altro di numerosi giornali quotidiani (fra cui la popolarissima «Bild Zeitung»), era al centro di vivaci polemiche soprattutto per il potere acquisito attraverso il controllo di larga parte dei media. Cresciuto ulteriormente negli anni seguenti, il gruppo è arrivato oggi a possedere oltre 170 tra giornali e riviste, distribuiti in 33 paesi. |
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Tupamaros | Movimento guerrigliero sorto in Uruguay agli inizi degli anni Sessanta, che prendeva il nome dal mitico re inca Tupac Amaru, l'ultimo a opporsi alla conquista spagnola. Costituito per iniziativa di alcuni militanti dei partiti di sinistra (il leader più rappresentativo, Raoul Sendic, era stato membro dell'Internazionale Socialista) e fautore di una strategia incentrata non sulle campagne ma sui centri urbani, divenne famoso a livello mondiale nei primi anni Settanta per alcune clamorose azioni di guerriglia urbana, tra cui i sequestri contemporanei – nel luglio 1971 – di tre diplomatici stranieri. Praticamente distrutto dalla repressione nel periodo immediatamente successivo, quando i suoi militanti furono quasi tutti arrestati, il movimento ha cambiato veste e nome dopo il ritorno dell'Uruguay alla democrazia, nel 1985, trasformandosi in un partito politico legale (il Movimiento de Partecipaciòn Popular), aderente alla coalizione di centrosinistra del Frente Amplio. Dopo la vittoria del Frente alle elezioni del 2004, due ex militanti dei Tupamaros hanno assunto importanti incarichi istituzionali. |
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